Le Pigotte

Il 19 gennaio sono entrata in farmacia ed ho comprato una confezione multipack di test per la gravidanza, di quelli "vecchia maniera", +=SI -=NO, e poi sono entrata in panetteria, dove c'era un cestone pieno di Pigotte.
Ne ho comprate due: un maschio, con la maglietta a strisce bianco-nere già battezzato Alex (come Del Piero), ed una femmina con un vestito arancione a fiori, due grandi codini e come cappellino un piattino di cartone.
Una volta rientrata in ufficio mi sono subito fiondata in bagno, dove in cinque secondi è comparso un bel + azzurro e nitido, esattamente come mi successe per l'altra gravidanza, io lo sapevo che i vecchi strumenti non sbagliano mai, altro che display digitali che lampeggiano e pretendono anche di contarti i giorni.
Quando sono uscita, avevo il viso rosso e un sorriso di 154 denti. Senza che dicessi nulla, mio marito si è incupito, mia madre ha fatto un saltello. Ho fatto finta di niente con tutti e due e ho realizzato "sono felice".

Proprio qualche settimana fa leggevo i messaggi di mia cugina neo-mamma che si proclamava "stanca ma tanto felice", e questa parola, felicità, mi dava così tanto fastidio, nella sua retoricità mi pareva nauseabonda e finta, io così abituata a sentirmi sempre insoddisfatta e dubbiosa per qualsiasi piccolezza, io che mi facevo forte della mia indifferenza quando rispondevo "non c'è niente da dire" ogni volta che il test era negativo e voltavo le spalle nel lettone continuando semplicemente a dormire.
Non mi ero accorta di com'è sentirsi sereni, leggeri e leggermente incoscienti, un po' più sicuri forse di un tempo, forti dei quarant'anni in arrivo e della certezza che questo, sì, sarà il modo migliore per festeggiarli.
"Laura aspetta un figlio da Natale, e tutto il resto adesso può aspettare….."
  

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